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Visualizza articoli per tag: Tar

Una recente sentenza del TAR della Sardegna (sentenza 7 dicembre 2021 - 14 febbraio 2022, n. 99) ha statuito che una comunicazione inviata via pec alla pubblica amministrazione che non va a buon fine perché risulta piena la casella, il cittadino deve attivarsi al fine di far pervenire la propria comunicazione mediante altri strumenti come, ad esempio, l’utilizzo di una raccomandata.

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Grazie al fisco lei passa ai raggi X reddito e patrimonio di lui perché pende il giudizio di separazione. L'ex Equitalia (oggi Agenzia delle entrate-Riscossione) deve rilasciare i documenti richiesti sui dati presenti nell'anagrafe tributaria: denunce fiscali, dichiarazioni Iva, immobili di proprietà, locazioni a terzi e comunicazioni finanziarie. In vista della separazione la moglie può passare ai raggi X il reddito e il patrimonio dell'uomo che sta per diventare il suo ex marito.

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Le immagini registrate e conservate in sistemi di videosorveglianza urbana rientrano nella nozione di ‘documento amministrativo' per cui possono formare oggetto di accesso da parte dei cittadini ma la loro ostensione deve esser contemperata con gli interessi alla riservatezza e alla tutela dei dati personali di soggetti terzi. È questo, in sintesi, il principio espresso dalla recente decisione del TAR della Campania (Sezione Sesta, 2/5/2023 n. 2608) che si impone all'attenzione non tanto per lo specifico e peculiare problema affrontato e risolto ma soprattutto perché affronta una questione di portata generale assai attuale, considerato il sempre più diffuso utilizzo da parte delle pubbliche amministrazioni di sistemi di videosorveglianza per esigenze di sicurezza pubblica:

Consentire la visione o la copia di un atto amministrativo è garanzia di legalità. Tuttavia, secondo il Tar di Palermo (sentenza n. 1616/2024) di fronte a primarie esigenze pubbliche la trasparenza può recedere quando siano in gioco la salvaguardia della sopravvivenza e della sicurezza dello Stato e della comunità nazionale.

Secondo il Tar Lazio il genitore divorziato che corrisponde un assegno di mantenimento è legittimato all'accesso dei dati relativi agli studi universitari della propria figlia, anche se maggiorenne, al fine dell'eventuale revisione dell'obbligo di assegno.

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I centri residenziali, i condomini e in generale tutti i soggetti privati che vogliono installare telecamere di videosorveglianza rivolte verso le strade devono prima accordarsi con il proprio comune. Che diversamente può ordinare la rimozione immediata dell'impianto segnalando l'abuso direttamente all'Autorità garante. Lo ha chiarito il Tar Lazio, sez. II–bis, con l'inedita sentenza n. 3316 del 17 marzo 2020. Un centro residenziale alle porte di Roma ha installato dei sistemi di videosorveglianza applicando anche dei cartelli di avvertimento.

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Il conflitto tra la pubblicità degli atti giudiziari e la tutela di chi effettua segnalazioni alla magistratura trova un nuovo capitolo nella sentenza 15 febbraio 2022 n. 1808 del Tar Lazio che respinge un ricorso notificato in forma anonima. Per i giudici, nei processi ci deve essere parità delle armi e l’esigenza di anonimato di una parte non può impedire all’avversario di difendersi adeguatamente.

Non basta invocare la riservatezza degli utenti per far spostare un varco elettronico installato dal comune a presidio di un'area pedonale. Specialmente se la richiesta è tardiva e viene classificata come una semplice segnalazione con funzioni sollecitatorie. Lo ha evidenziato il Tar Lazio con la sentenza n. 15818 del 25 ottobre 2023.

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Il Tar Friuli Venezia Giulia interviene sui requisiti che deve rivestire il DPO nel contesto del nuovo Regolamento europeo sulla privacy e sul ruolo delle certificazioni ai fini della selezione da parte delle pubbliche amministrazioni di questo ultimo ruolo. Il ruolo del Dpo ( data protection officer) e’ eminentemente giuridico, secondo l’organo giurisdizionale amministrativo.

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Le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro hanno diritto a conoscere dettagliatamente i nominativi dei lavoratori che sono stati retribuiti con il fondo dell'istituzione scolastica e gli importi dei compensi corrisposti. Lo ha stabilito il Tar del Friuli Venezia Giulia con una sentenza pubblicata il 3 febbraio scorso (42/2021). Si tratta della prima sentenza dopo che l'Aran, con la nota 6076/2020, aveva affermato che le disposizioni contenute nel contratto sottoscritto il 19/4/2018 non prevedono più l'obbligo per i dirigenti scolastici di fornire ai sindacati i nominativi del personale utilizzato nelle attività retribuite con il fondo.

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