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Tutela della reputazione on line, risponde il blogger che non cancella

Tutela della reputazione on line, risponde il blogger che non cancella

Tutela della reputazione on line: risponde il blogger che non si attivi per rimuovere il contenuto diffamatorio, e ciò a prescindere dal fatto se il commento sia del titolare del sito o di terzi. E’ quanto ha affermato la V Sezione penale della Suprema Corte di Cassazione in una sentenza degli ultimi giorni di febbraio del 20201. La vicenda riguardava la penale responsabilità della titolare di un sito per il reato di diffamazione. La Corte, diversamente da quanto previsto in tema di omesso controllo da parte del direttore responsabile di una testata, ritiene che il titolare di un sito risponda a titolo concorsuale di un delitto commissivo, se ad esempio non provveda a cancellare immediatamente lo scritto presuntivamente diffamatorio.

Lo studio legale Jones Day colpito da un ransomware: gli hacker pubblicano sul Dark Web i documenti di clienti illustri

Lo studio legale Jones Day colpito da un ransomware: gli hacker pubblicano sul Dark Web i documenti di clienti illustri

Lo studio legale Jones Day è stato vittima di un attacco ransomware e i pirati stanno pubblicando i dati rubati. L’origine potrebbe essere il data breach di Accelion. Anche i documenti riservati sulla battaglia legale portata da Donald Trump per poter sovvertire il risultato delle recenti elezioni presidenziali negli USA sarebbero finiti sul Dark Web.

Consumatori europei uniti contro Tik Tok: non rispetta la privacy dei minori, presentato reclamo alla Commissione

Consumatori europei uniti contro Tik Tok: non rispetta la privacy dei minori, presentato reclamo alla Commissione

Sporge un reclamo il Beuc, l’Organizzazione Europea dei Consumatori, alla Commissione Europea e alla Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori contro TikTok. Il social network, che riscuote un grande successo fra bambini e adolescenti, è accusato di non tutelare adeguatamente gli utenti da contenuti inappropriati, pubblicità occulta e di violarne numerosi diritti. Insieme al Beuc, le organizzazioni di consumatori di 15 Paesi del network, fra cui Altroconsumo in Italia, si sono rivolte alle autorità – in Italia, il Garante privacy e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato - chiedendo di indagare sulla condotta del social.

Minori online, il 95% dei genitori pensa che non basti aver compiuto 13 anni per iscriversi da soli a un social network

Minori online, il 95% dei genitori pensa che non basti aver compiuto 13 anni per iscriversi da soli a un social network

Negli ultimi decenni i social network di maggiore successo hanno raggiunto fatturati annui da miliardi di dollari offrendo servizi apparentemente gratuiti agli utenti, ma in realtà quando ci iscriviamo ad un social paghiamo con i nostri dati personali, che vengono spesso sfruttati in modo indiscriminato per finalità di marketing ed altri scopi poco trasparenti che un adulto esperto e maturo non riesce a comprendere pienamente neanche se si prende il tempo per leggere le lunghissime e complicate informative sulla privacy che gli vengono sottoposte quando intende aprire un account. La faccenda diventa ancora più pericolosa quando a poter ottenere qualcosa di gratis con un semplice click è una persona inesperta e vulnerabile come lo è un bambino, che navigando sul web si trova di fronte ad una sorta di “paese dei balocchi” in cui non è tutto oro quello che luccica.

Spotify vuole ascoltare i nostri dialoghi e perfino i rumori di fondo per proporci le canzoni più adatte al nostro umore

Spotify vuole ascoltare i nostri dialoghi e perfino i rumori di fondo per proporci le canzoni più adatte al nostro umore

Spotify vuole conoscerci al meglio. E per farlo vuole capire cosa succede attorno a noi mentre ascoltiamo le nostre canzoni preferite. Il colosso svedese dello streaming sta studiando un sistema per catturare le informazioni sonore attraverso i dispositivi in cui è in uso la sua app. L’obiettivo ufficiale è decifrare emozioni e situazioni dell’utente in un preciso momento per affinare l’algoritmo che seleziona tracce, album, artisti e playlist da suggerire. In sintesi, tracciare un identikit più preciso. Con tutti i dubbi del caso in merito alla privacy di chi preme il pulsante “play”.

Consiglio UE: via libera ai negoziati per il Regolamento sulla e-Privacy

Consiglio UE: via libera ai negoziati per il Regolamento sulla e-Privacy

Dopo quattro anni di trattative, ieri gli Stati membri dell’UE hanno concordato un mandato negoziale per la revisione delle norme sulla protezione della privacy e della riservatezza nell'uso dei servizi di comunicazione elettronica. Le regole aggiornate sulla "ePrivacy" definiranno i casi in cui i fornitori di servizi possono elaborare i dati delle comunicazioni elettroniche o avere accesso ai dati memorizzati sui dispositivi degli utenti finali. L'accordo di ieri consente ora all’attuale presidenza portoghese di avviare i colloqui con il Parlamento Europeo sul testo finale.

Privacy Day Forum 2025: il servizio di Arezzo Tv

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