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Il garante per la privacy spagnolo (AEPD) ha sanzionato una catena di supermercati per 2,5 milioni di euro per uso illecito di un sistema di videosorveglianza dotato di riconoscimento facciale che identificava il volto dei clienti raccogliendo una serie di dati biometrici che venivano automaticamente confrontati con una banca dati per determinare se il cliente aveva pendenze con la giustizia, bloccandone in tal caso l’ingresso e facendo scattare un allarme per richiedere l’intervento del personale della sicurezza.

Quasi tutti i comuni hanno impianti di videosorveglianza urbana sempre più potenti ed in grado di riconoscere persone e comportamenti. Ma la raccolta e la conservazione dei dati biometrici ed in particolare il riconoscimento facciale restano ancora un tabù salvo che il comune ottenga un parere favorevole del Garante privacy.

Il Garante per la protezione dei dati personali, riprendendo precedenti interlocuzioni, ha inviato una richiesta di informazioni al Comune di Torino su un nuovo sistema di videosorveglianza che, secondo notizie di stampa, utilizzerebbe anche l’Intelligenza Artificiale.

A partire dal 2020 il progetto di citizen score diventerà obbligatorio e, in Cina, il Social Credit System, da immaginario di serie tv, sarà a tutti gli effetti realtà. L’idea cinese si basa sull’attribuzione di uno Scoring (punteggio) ai cittadini (ma non solo) fondato su cinque fattori:

Una recente notizia comparsa sullo stampa internazionale riportava l’arresto in Brasile di una persona che otteneva fraudolentemente prestiti bancari. Fin qui si direbbe nulla di nuovo (purtroppo) ma è la tecnica utilizzata a destare interesse: Il truffatore dopo essersi procurato le fotografie di possessori di conti correnti bancari fruitori dei servizi di app mobile, posizionava le foto su di un manichino e in questo modo attraverso il riconoscimento facciale dell’app mobile della banca accedeva ai loro conti correnti bancari contraendo prestiti.

Timeo Danaos et dona ferentes, sono le parole che Virgilio fa pronunciare a Laocoonte, per dissuadere, senza successo, i Troiani dall’accogliere nella città il cavallo di legno lasciato dai Greci. Sono parole che, egualmente senza successo, qualcuno magari avrà pronunciato – o avrebbe dovuto pronunciare – al Governo ucraino quando ClearviewAI, la società di riconoscimento facciale che batte bandiera americana, gli ha offerto gratuitamente i propri servizi per – stando a quanto ha riferito tra le prime la Reuters – “scoprire assassini russi, combattere la disinformazione e identificare i morti”.

I sistemi di sicurezza installati nelle città di tutto il mondo fanno sempre più uso delle tecnologie basate sul riconoscimento facciale: c'è chi ne vuole limitare l'uso in nome della privacy, e c'è invece chi intende sfruttarlo sempre di più aumentando le telecamere CCTV connesse alla rete. Come riporta il Financial Times, è questo, il caso di Londra: a King's Cross sono in uso telecamere di sorveglianza in grado di monitorare oltre 270 mila metri quadrati, dalla affollatissima stazione dei treni fino alla sede di Google.

San Francisco vuole mettere al bando il riconoscimento facciale. Le autorità locali stanno infatti discutendo un’ordinanza per vietare l’utilizzo di questa tecnologia da parte del governo e delle forze dell’ordine. Se il provvedimento venisse approvato, la città californiana diventerebbe la prima a prendere una simile decisione negli Stati Uniti.

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Pare che Google stia ricorrendo a metodi discutibili per migliorare e allenare rapidamente i suoi algoritmi di riconoscimento facciale. Secondo quanto riportato da ZDNet, infatti, è emerso che alcuni dipendenti Google stiano girando per le strade di New York con l'intento di analizzare il volto dei passanti che accettano volontariamente di partecipare all'iniziativa.

Il Garante della privacy ha inviato una richiesta di informazioni a Roma Capitale su un progetto di videosorveglianza nelle stazioni della metropolitana che avrebbe in previsione di installare telecamere con riconoscimento facciale, “in grado di verificare azioni scomposte” all'interno dei vagoni e sulle banchine da parte di chi in passato si è reso protagonista “di atti non conformi”.

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