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La nuova ISO/DIS 19011:2025 applicate al contesto degli audit sui dati personali

La linea guida ISO 19011, riferimento internazionale per la conduzione degli audit dei sistemi di gestione, è in fase di revisione con la versione aggiornata “ISO/DIS 19011:2025”, la cui pubblicazione è prevista per il primo quadrimestre del 2026.

(Nella foto: l'Ing. Monica Perego, docente al Master per Esperto Privacy patrocinato da Federprivacy)

Questa revisione introduce elementi di grande rilievo per chi opera nell’ambito della protezione dei dati personali, integrando concetti chiave come digitalizzazione, audit da remoto e tecnologie emergenti.

Tematiche che si intersecano pienamente con i principi del GDPR e con i sistemi di gestione conformi alla ISO/IEC 27001:2022 ed alla ISO/IEC 27701:2025 di recentissima pubblicazione.

L’obiettivo di questo articolo è quello di analizzare le principali novità della linea guida, nella versione ad oggi disponibile, con particolare attenzione alla loro applicazione pratica negli audit privacy e nella gestione della conformità dei trattamenti di dati personali.

Le principali novità applicate alla protezione dei dati - Sono riportate di seguito le modifiche, ad oggi disponibili della linea guida, non si tratta dell’elenco di tutte le variazioni presenti, ma di quelle che si reputa abbiano un impatto diretto sugli audit in materia di protezione dei dati personali.

Struttura - La nuova edizione mantiene la consolidata articolazione in sette capitoli, confermando la natura trasversale della norma, applicabile a tutti i sistemi di gestione, inclusi i “Privacy Information Management System” (PIMS) conformi alla ISO/IEC 27701:2025 ed i sistemi integrati privacy–sicurezza delle informazioni.

Audit da remoto - L’introduzione formale del metodo di audit da remoto nel capitolo 3 rappresenta una delle evoluzioni più significative. Tale approccio consente di condurre attività di verifica in sedi differenti da quelle dell’organizzazione auditata, con implicazioni dirette per la verifica dei trattamenti in ambienti cloud, smart working o infrastrutture distribuite, ecc.

Le applicazioni pratiche sono le seguenti:

- audit su data center virtuali, sistemi SaaS e ambienti cloud che ospitano dati personali;
- verifica combinata remota e in sito per accertare sia le misure di sicurezza logiche che quelle fisiche (art. 32 GDPR);
- verifica pratica, direttamente in campo durante l’audit, delle misure di sicurezza adottate, in particolare se vengono visualizzati dati personali.

Le raccomandazioni per gli auditor privacy sono quindi:

- garantire riservatezza e minimizzazione dei dati trattati durante audit da remoto;
- valutare l’applicazione di ulteriori misure di sicurezza come la cifratura end-to-end e la predisposizione di ambienti demo con dati mascherati.
- verificare la presenza e distribuzione delle regole per la condivisine dei dati trattati da remoto;
- utilizzare strumenti di collaborazione conformi al GDPR (videoconferenze, condivisioni schermo, repository);
- redigere verbali e piani di audit che esplicitino le cautele adottate per proteggere i dati osservati.

Tecnologie emergenti e nuovi scenari di audit - Il nuovo testo richiama esplicitamente le tecnologie emergenti (es. AI e Machine Learning (training set, bias, explainability), blockchain, IoT, big data, 5G, realtà aumentata, realtà virtuale, sistemi biometrici) come contesti da considerare negli audit sia che impattino sui processi che sui prodotti/servizi forniti. Queste tecnologie incidono direttamente sulla protezione dei dati e richiedono approcci di audit evoluti. Tra gli elementi da considerare in audit, in relazione ad alcune delle tecnologie emergenti:

Catena di fornitura e audit sui responsabili del trattamento - La ISO/DIS 19011 rafforza l’attenzione alla catena di fornitura, cruciale nella gestione privacy titolare–responsabile–sub-responsabile. Gli audit devono coprire l’intero ciclo di vita del rapporto con i fornitori di servizi che trattano dati personali:

- audit pre-contrattuali per le valutazioni di adeguatezza ex art. 28 GDPR;
- audit di conformità per la verifica dell’attuazione delle misure di sicurezza e dell’osservanza delle istruzioni del titolare;
- audit di sorveglianza e reattivi volti al monitoraggio continuo, gestione incidenti, data breach, modifiche organizzative.

Gestione dei rischi negli audit privacy - La linea guida estende la prospettiva risk-based anche al processo di audit stesso. Nel corso degli audit privacy sono da considerare rischi quali: esposizione accidentale di dati, campionamento non rappresentativo, mancata individuazione di trattamenti ad alto rischio, scarsa competenza tecnica dell’auditor ed in particolare laddove vi sia una componente riconducibile alle tecnologie emergenti. Le conseguenti applicazioni pratiche sono le seguenti:

- eseguire una DPIA sull’attività di audit ad alto rischio quando coinvolge dati sensibili in modo massiccio e/o relativi a soggetti vulnerabili e/o trasferimenti extra UE;
- adottare protocolli di sicurezza per gli auditor (NDA, formazione, controlli accesso);
- applicare peer review per audit complessi.

Competenze degli auditor privacy - La linea guida specifica requisiti più stringenti per gli auditor, che dovranno integrare anche le competenze sulle tecnologie emergenti laddove dovessero condurre audit in tali contesti. Le competenze richieste sono le seguenti:

- conoscenza della normativa AI Act, Data Act, Digital Service Act, NIS2, DORA, Cyber Resilience Act, Legge n. 132/2025, D.lgs 138/2024, orientamenti EDPB, ecc.
- conoscenza dell’architetture cloud, PETs, cifratura, pseudonimizzazione, anonimizzazione;
- comprensione dei temi afferenti alle tecnologie emergenti;
- capacità di utilizzare strumenti digitali di audit nel rispetto del GDPR ad esempio per predisporre check list tramite applicazioni di AI.

Appendice e approfondimenti operativi - Le appendici della ISO/DIS 19011:2025 rafforzano la parte metodologica, con sezioni chiave per la privacy:

- campionamento da valutare considerando le tipologie di dati, finalità, rischio e volumi trattati;
- audit ai fornitori (responsabili del trattamento) - guida per audit di seconda parte;
- audit a distanza - istruzioni dettagliate per la gestione sicura dei dati durante audit remoti.

Conclusione - Con la pubblicazione della versione definitiva della linea guida, le opportunità di effettuare audit in materia di protezione dei dati personali acquisteranno una ulteriore valenza e nuovi stimoli. Le principali direttrici per i professionisti della privacy dovranno considerare:

- formazione continua con aggiornamento costante su normativa e tecnologie emergenti;
- flessibilità metodologica ottenibile combinando audit fisici e remoti in modo efficiente;
- integrazione delle tecnologie emergenti nel processo di audit
- approccio risk-based centrato sui trattamenti ad alto rischio e sulle tecnologie emergenti.

L’integrazione di tecnologie emergenti, l’approccio ibrido remoto–in sito e la visione risk-based rendono l’audit privacy un sempre più uno strumento di governance superando l’adempimento formale. Con l’uscita ufficiale prevista per il 2026, Data Protection Officer (DPO) e quanti operano nell’ambito della Privacy hanno quindi l’opportunità di prepararsi proattivamente, aggiornando procedure, competenze, programmi, piani di audit e check list per allinearsi a audit privacy più evoluti pienamente conformi al principio di responsabilità del GDPR.

Note sull'Autore

Monica Perego Monica Perego

Membro del Comitato Scientifico di Federprivacy, docente qualificato TÜV Italia e docente del Master per Esperto Privacy e del Corso di alta formazione per Data Manager - Twitter: monica_perego

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