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Almeno 345 dollari di rimborso per utente: tanto è la somma pattuita per chiudere la class action avviata negli Usa a seguito delle accuse contro Facebook relative alla conservazione di dati biometrici per una funzione di tagging delle foto basata sul riconoscimento facciale senza preavviso o consenso, funzione poi disabilitata dalla società di Mark Zuckerberg nel 2019.

La scorsa settimana Hearst Communications Inc. ha raggiunto una transazione pagando 50 milioni di dollari in una causa riguardante una violazione della legge sulla privacy del Michigan per aver venduto a terzi le informazioni personali degli interessati senza il loro consenso, provocando a questi molestie telefoniche e posta indesiderata dopo essersi abbonati a Good Housekeeping e Country Living.

A pochi mesi dalla chiusura del processo Cambridge Analytica, riguardante lo scandalo del 2018 riguardante la condivisione dei dati degli utenti con la società di consulenza britannica, Meta ha siglato un accordo da 725 milioni di Dollari per la chiusura di una class action.

Class action contro il colosso della mela mozzicata per una presunta violazione della privacy. La causa è stata depositata in un tribunale della California e ruota attorno a un programma con cui il produttore dell'iPhone aveva assunto persone per ascoltare una quantità limitata di interazioni tra utenti e l'assistente vocale Siri. Apple si era già difesa sostenendo che ascoltava meno dell'1% dei comandi dati «intenzionalmente» a Siri.

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