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Sanzionato dal Garante Privacy il dentista che aveva rifiutato di curare il paziente dopo aver scoperto che era sieropositivo all’Aids

Dentista sanzionato 20 mila euro per avere raccolto il dato sull'Hiv e altre malattie infettive del paziente, senza avere iniziato le cure. È la decisione del Garante della privacy (ordinanza n. 239 del 10 giugno 2021). Nel caso specifico un odontoiatra ha chiesto al paziente di compilare un questionario nel quale si doveva indicare se si ha avuto (o si sospetta) di avere malattie infettive, quali tubercolosi, epatite e Hiv (Aids). Secondo l'interessato, alla dichiarazione di positività all'infezione da Hiv, il medico avrebbe rifiutato le prestazioni.

sanzione al dentista che aveva raccolto i dati su Hiv ma aveva rifiutato le cure

Il dentista si è difeso sostenendo di avere raccolto i dati già in fase di cura e non di prima accettazione e aggiungendo che lo stato di immunodeficienza è un fattore predisponente le patologie che interessano i tessuti di supporto del dente (gengivite e parodontite).

In effetti, anche secondo il Garante, nella fase di cura, lo specialista può legittimamente raccogliere anche il dato sull'Hiv, se tale informazione sia ritenuta dal medico curante necessaria in funzione del tipo di intervento sanitario o di piano terapeutico, e ferma restando la volontà del paziente di decidere, in modo consapevole, di non comunicare al medico alcuni eventi sanitari che lo riguardano.

Il Garante ha, però, ribattuto che in realtà nel caso concreto il medico non ha nemmeno iniziato le cure: ciò fa venir meno il presupposto giuridico legittimante l'acquisizione dell'informazione relativa alla presenza dell'infezione da Hiv.

In conclusione, il dentista ha violato l'articolo 5 del regolamento Ue sulla protezione dei dati 2016/679 (Gdpr), meritando la sanzione di 20 mila euro, per aver raccolto informazioni sulle malattie infettive, tra le quali quelle relative all'Hiv, indipendentemente dal tipo di intervento da effettuare o di piano di cura da intraprendere.

Va sottolineato che la privacy non danneggia le scelte di cura. Lo stesso Garante scrive che ovviamente non ha alcuna competenza a dire quali informazioni devono o non devono essere raccolte dal medico, in quanto si tratta di valutazioni tecnico scientifiche, di competenza unicamente dello specialista sanitario, chiamato a considerare tutti gli aspetti relativi allo stato della salute del paziente.

Fonte: Italia Oggi del 16 luglio 2021 - di Antonio Ciccia Messina

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