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Cybersicurezza, l'Italia è un paese modello per l’agenzia delle Nazioni Unite specializzata in ICT
L’Italia è un Paese modello per la sua postura nella cybersicurezza. A dirlo è l’ITU, l’International Telecommunication Union, agenzia delle Nazioni Unite specializzata in ICT, che promuove a pieni voti (100/100) il nostro Paese nel report Global Cybersecurity Index 2024.
Cybersicurezza, un approccio che confligge con il buon senso
Non è facile condensare in 7 minuti il contributo di chi ha cominciato ad occuparsi di computer crime nel 1987 e di cyberdefense nel 1995. L’unico disperato tentativo è quello di leggere un testo dopo averne cronometrato la durata. La norma, forse per ridotta conoscenza dello scenario, è stata redatta senza tener conto del vero obiettivo da perseguire. La creazione di un burosauro è destinata a produrre conflitti tra le articolazioni già esistenti che non riesce necessariamente ad armonizzare, innesca ingessate dinamiche amministrative, genera un pericoloso senso di falsa sicurezza.
Cybersicurezza, urgente correre ai ripari per le imprese italiane
Le imprese italiane corrono ai ripari contro i rischi di cybersicurezza. E devono farlo in fretta, perché il pericolo è già qui, con attacchi all'ordine del giorno. Secondo il report di Deloitte “2023 Global Future of Cyber Survey”, il 98% delle imprese italiane intervistate ha sperimentato almeno una violazione informatica nell'ultimo anno.
Cybersicurezza: pubblicati nuovi bandi del Digital Europe Programme
Sono stati pubblicati i nuovi bandi del Digital Europe Programme, per la realizzazione di progetti in ambito cyber rientranti nella missione dello European Cybersecurity Competence Centre (ECCC).
Cyberwarfare e Cybersecurity: le due facce della stessa medaglia
La cyberwar è intesa come l’uso di computer e di reti per attaccare o difendersi nel cyberspazio e più nello specifico si parla di cyberwarfare per fare riferimento ad attacchi informatici condotti non contro singole aziende, ma contro intere nazioni. Tali attacchi creano danni diretti e indiretti di vario tipo, sconvolgimento di funzioni sociali vitali e, in casi estremi, anche perdite di vite umane.
Dal sequestro delle persone al sequestro dei dati!
Nell'ultimo decennio abbiamo affrontato varie tipologie di malware che utilizzando la tecnica del ransom (riscatto) hanno generato ingenti guadagni illeciti. Siamo passati dai Ransom Trojans che attraverso tecniche di ingegneria sociale convincevano la gente ad accettare i termini del malware, come ad esempio il download di un software (malevolo) per disinfettare il computer, il pagamento di una cifra X per eliminare un virus, il pagamento di una cifra X per riparare un errore di windows, e tanti altri esempi, ai ransomware con la tecnica dell'encryption integrata, ancora oggi molto utilizzati dalle organizzazioni criminali.
Data breach da burnout per CISO e Data Protection Officer
Quando si verifica un data breach (purtroppo sempre più spesso) lo stress degli addetti ai lavori può toccare livelli da burnout, a partire dal Chief Information Security Officer (CISO) che è il primo su cui tutti i colleghi vanno di solito a puntare il dito. Tanto è vero che se questa figura che si occupa di sicurezza informatica è sempre più ricercata nel mercato del lavoro, d’altra parte la sua durata media di permanenza in un’azienda è di soli 18 mesi.
Data breach: non libera da responsabilità neppure l'assenza di danni per gli interessati
Il Gdpr prevede un'ammenda salata per gli enti che subiscono attacchi premeditati di cybercriminali. E se non è causa espressa di esonero da responsabilità l'azione dolosa del terzo, non lo è neppure l'assenza di danni per gli interessati a seguito dell'illecita intrusione. È quanto si desume dall'ingiunzione del Garante dell'11 aprile 2024 n. 198.
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Data Governance e Cyber Security nella Pubblica Amministrazione, convegno ad Anacapri con il patrocinio di Federprivacy
Il profondo cambiamento normativo di questi ultimi anni ha generato una profonda attenzione sulla gestione del dato e soprattutto l’informazione in esso contenuta. Nella dimensione digitale, l’applicazione pratica del diritto, nel migliore dei casi, avviene ancora attraverso analisi settoriali segmentate: impostazione ormai superata da sostituire con visioni sistemiche e strutturate.
Data Protection Officer e CISO, tra i due litiganti il terzo gode
La protezione dei dati è un mestiere sempre più difficile per Data Protection Officer (DPO) e Chief Information Security Officer (CISO) nell’era digitale in cui viviamo. Tuttavia, ad un’organizzazione che deve proteggere i propri dati non basta avere nel proprio team un professionista che si occupa della compliance normativa e un altro che si occupa della cybersecurity.
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Siamo tutti spiati? il presidente di Federprivacy a Cremona 1 Tv
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