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Whistleblowing, obbligo di trattamento dei dati in ossequio al principio di accountability
La recente introduzione nel nostro ordinamento degli obblighi in materia di whistleblowing per i soggetti privati darà certamente un contributo importante all'emersione degli illeciti in ambito aziendale. Ma le procedure interne di segnalazione ora richieste generano trattamenti di dati personali, anche particolari, che comportano l'adozione di cautele e misure di sicurezza da parte del titolare del trattamento.
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Whistleblowing, piattaforme sicure per le segnalazioni
Mancano pochi giorni alla prima tappa applicativa per le imprese, chiamate ad attuare le nuove regole sul cosiddetto whistleblowing, contenute nel Dlgs 24/2023. Con questo decreto il legislatore, in attuazione di alcuni principi comunitari espressi nella direttiva Ue 2019/1937, ha rafforzato le regole già esistenti, ampliando la portata delle norme che impongono l’adozione di sistemi di segnalazione aziendale degli illeciti.
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Whistleblowing, quel vuoto di tutele per il soggetto segnalato
È noto che la disciplina relativa al "whistleblowing" (introdotta nel nostro ordinamento dalla legge 6.11.2012 n. 190 in ottica di tutela della Pubblica Amministrazione e successivamente estesa anche al settore privato in forza della legge 30.11.2017 n. 179) sia incentrata sulla tutela del cosiddetto "whistleblower", ossia di colui che effettua la segnalazione concernente condotte illecite e/o violazioni della disciplina dei Modelli di Organizzazione e Controllo ex decreto 231/2001.
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Whistleblowing, raddoppiano le segnalazioni
Più che raddoppiate, le segnalazioni di whistleblowing: nel mirino sopratto le irregolarità negli appalti. Nel 2018 l’Anac, come emerge dal quarto rapporto, ha ricevuto 783 notizie di comportamenti illegittimi, 65 al mese, a fronte delle 364 del 2017. Un trend in crescita confermato anche per i primi sei mesi del 2019: sono giunte all’Anac 439 notizie di comportamenti illegittimi (73 al mese) con una media di due “indicazioni” al giorno.
Whistleblowing, sanzioni fino a 50.000 euro chi ostacola le denunce
Sanzioni fino a 50.000 euro a tutela degli informatori su illeciti aziendali. È quanto prevede lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva comunitaria del 2019 di riforma del whistleblowing. Le misure, inedite, saranno inflitte da Anac in una “forchetta” da 5.000 a 30.000 euro, quando accerta che sono state tenute condotte vessatorie o adottate misure ritorsive o quando verifica che la segnalazione è stata ostacolata o che si è tentato di ostacolarla o che è stato violato l’obbligo di riservatezza.
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Whistleblowing, tutele estese ai consulenti e ai lavoratori autonomi
Estensione della tutela del whistleblowing ai lavoratori autonomi e consulenti. La prevede la direttiva Ue sulla protezione degli informatori (whistleblower), licenziata ieri dal Consiglio dei ministri della Ue, che ha un raggio di azione più ampio di quello descritto dalla legge italiana (n. 179/2017). L'allargamento dell'ombrello protettivo aperto dalla normativa europea (che dovrà essere recepita entro un biennio dagli stati dell'Unione) non riguarda solo i soggetti tutelati (tra cui si annovereranno, oltre ai dipendenti, anche appaltatori e tirocinanti).
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Whistleblowing: divieti, limitazioni, qualificazioni soggettive e adempimenti per il trattamento dei dati personali
Il D.lgs. n. 24/2023, in G.U. n. 63 del 15.03.2023, vigente al 30.03.2023, attua la direttiva UE 2019/1937, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle normative nazionali. In particolare, l’art. 13 (della succitata disposizione normativa) è dedicato al “trattamento dei dati personali”.
Whistleblowing: fissate le garanzie per il dipendente che si rivolge all’Anac
Alla possibilità di segnalare con specifiche garanzie di riservatezza un eventuale illecito presso la propria amministrazione o la propria azienda (“whistleblowing”), si aggiunge ora la possibilità di inviare una segnalazione direttamente all’Autorità Anticorruzione. Questa è una delle innovazioni introdotte dalla recente riforma della disciplina del whistleblowing, cui si riferiscono le Linee guida dell'Anac relative alla presentazione e gestione delle segnalazioni cosiddette “esterne”, sulle quali il Garante ha espresso parere favorevole.
Whistleblowing: i nomi dei segnalatori "anonimi" erano indicizzati su Google, il Garante Privacy sanziona un'università
Il datore di lavoro, che adotta procedure tecnologiche per la segnalazione anonima di possibili comportamenti illeciti (whistleblowing), deve verificare che le misure tecnico-organizzative e i software utilizzati siano adeguati a tutelare la riservatezza di chi invia le denunce. Lo ha ribadito il Garante per la protezione dei dati personali nel sanzionare un’università per aver reso accessibili on line i dati identificativi di due persone che avevano segnalato all’ateneo possibili illeciti.
Whistleblowing: il licenziamento ritorsivo o discriminatorio è sempre nullo
La tutela per il licenziamento del whistleblower è stata di recente oggetto di modifiche da parte del Dlgs 24/2023, attuativo della direttiva Ue 2019/1937. In precedenza, questa protezione era riconducibile alla previsione di un generico «divieto di atti di ritorsione o discriminatori» nei confronti del segnalante per motivi collegati alla segnalazione (articolo 6, comma 2-bis, del Dlgs 231/2001, introdotto dalla legge 179/2017).
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