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L’identità dei whistleblower è protetta da uno specifico regime di garanzia e riservatezza previsto dalla normativa di settore per la particolare delicatezza delle informazioni trattate e per gli elevati rischi di ritorsioni e discriminazioni nel contesto lavorativo. In tale quadro, il titolare del trattamento è tenuto a rispettare i principi in materia di protezione dei dati, assicurandone l’integrità e la sicurezza. E’ quanto ribadito dal Garante privacy che, a seguito di attività ispettive sugli applicativi usati per le segnalazioni di illeciti (whistleblowing), ha sanzionato la società Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna per 40.000 euro e il suo fornitore di software per 20.000 euro per violazioni delle regole poste a tutela dei dati personali trattati.

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La Direttiva UE 1937/2019 prevede che i dati personali e i documenti raccolti in occasione delle segnalazioni effettuate dai Whistleblowers siano conservati “soltanto per il tempo ritenuto necessario e proporzionato per conformarsi all’obbligo imposto dalla presente direttiva o ad altri obblighi imposti dal diritto dell’Unione o nazionale”.

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Lo scorso 17 dicembre è scaduto, per l'Italia, il termine per l'emanazione della normativa nazionale di recepimento della Direttiva UE 2019/1937 relativa al whistleblowing, ossia il fenomeno delle segnalazioni di illeciti all'interno di un'organizzazione pubblica e/o una realtà aziendale privata, e ciò nonostante la legge delega n. 53/2021, in virtù della quale il Governo avrebbe dovuto recepire, tra l'altro, la suddetta direttiva, entro agosto 2021.

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Il TAR Lazio, Sez. I, con l'ordinanza n. 1547/2021, respinge l'istanza cautelare avanzata da un segretario comunale raggiunto da una sanziona pecuniaria per avere a sua volta sanzionato un dipendente pubblico che aveva segnalato illeciti sul posto di lavoro. Il Tribunale regionale ha respinto le richieste del ricorrente perché il provvedimento dell'ANAC emesso nei suoi confronti è ben motivato.

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La recente introduzione nel nostro ordinamento degli obblighi in materia di whistleblowing per i soggetti privati darà certamente un contributo importante all'emersione degli illeciti in ambito aziendale. Ma le procedure interne di segnalazione ora richieste generano trattamenti di dati personali, anche particolari, che comportano l'adozione di cautele e misure di sicurezza da parte del titolare del trattamento.

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Mancano pochi giorni alla prima tappa applicativa per le imprese, chiamate ad attuare le nuove regole sul cosiddetto whistleblowing, contenute nel Dlgs 24/2023. Con questo decreto il legislatore, in attuazione di alcuni principi comunitari espressi nella direttiva Ue 2019/1937, ha rafforzato le regole già esistenti, ampliando la portata delle norme che impongono l’adozione di sistemi di segnalazione aziendale degli illeciti.

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È noto che la disciplina relativa al "whistleblowing" (introdotta nel nostro ordinamento dalla legge 6.11.2012 n. 190 in ottica di tutela della Pubblica Amministrazione e successivamente estesa anche al settore privato in forza della legge 30.11.2017 n. 179) sia incentrata sulla tutela del cosiddetto "whistleblower", ossia di colui che effettua la segnalazione concernente condotte illecite e/o violazioni della disciplina dei Modelli di Organizzazione e Controllo ex decreto 231/2001.

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Mercoledì, 17 Luglio 2019 08:23

Whistleblowing, raddoppiano le segnalazioni

Più che raddoppiate, le segnalazioni di whistleblowing: nel mirino sopratto le irregolarità negli appalti. Nel 2018 l’Anac, come emerge dal quarto rapporto, ha ricevuto 783 notizie di comportamenti illegittimi, 65 al mese, a fronte delle 364 del 2017. Un trend in crescita confermato anche per i primi sei mesi del 2019: sono giunte all’Anac 439 notizie di comportamenti illegittimi (73 al mese) con una media di due “indicazioni” al giorno.

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Sanzioni fino a 50.000 euro a tutela degli informatori su illeciti aziendali. È quanto prevede lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva comunitaria del 2019 di riforma del whistleblowing. Le misure, inedite, saranno inflitte da Anac in una “forchetta” da 5.000 a 30.000 euro, quando accerta che sono state tenute condotte vessatorie o adottate misure ritorsive o quando verifica che la segnalazione è stata ostacolata o che si è tentato di ostacolarla o che è stato violato l’obbligo di riservatezza.

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Estensione della tutela del whistleblowing ai lavoratori autonomi e consulenti. La prevede la direttiva Ue sulla protezione degli informatori (whistleblower), licenziata ieri dal Consiglio dei ministri della Ue, che ha un raggio di azione più ampio di quello descritto dalla legge italiana (n. 179/2017). L'allargamento dell'ombrello protettivo aperto dalla normativa europea (che dovrà essere recepita entro un biennio dagli stati dell'Unione) non riguarda solo i soggetti tutelati (tra cui si annovereranno, oltre ai dipendenti, anche appaltatori e tirocinanti).

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Cyber e Privacy Forum 2023, il trailer dell'evento

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