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Attenzione al malware che trasforma il Pc in una videocamera-spia
Si chiama Invisimole (da Invisible, Invisibile, e mole, talpa, anche in senso figurato) l'ultima minaccia scoperta dai ricercatori di Eset. Gira in realtà dal 2013 ma, come il nome suggerisce, questo malwareriesce a nascondersi bene nei sistemi che infetta e trasforma in videocamere-spia che sorvegliano ogni attività dell'utente.
Corea del Sud, alberghi spiavano i clienti con webcam nascoste e i loro filmati hot finivano in rete
Quarantadue stanze di motel, dieci diverse città, almeno 800 coppie più o meno focose, più di 4mila utenti registrati e potenziali spettatori, 50 dollari il prezzo di quello che si potrebbe chiamare l’abbonamento. Sono queste le cifre dell’ultimo scandalo a luci rosse che le tecnologie e Internet hanno regalato alla cronaca di questi giorni. È successo in Corea del Sud e, nonostante la vicenda salti fuori adesso, i fatti risalgono all’incirca a un anno fa.
Hotel e case vacanza, occhio alla webcam nascosta
Deve essere stata una scoperta choc, quella di una famiglia neozelandese che nei giorni scorsi si apprestava a soggiornare in Irlanda in una casa scelta sul portale di affitti online Airbnb: tutto nella norma al loro arrivo, almeno fino a quando il padre Andrew Barker, esperto di sicurezza informatica, ha analizzato la rete wifi, scoprendo che mimetizzata in un finto rilevatore di fumo collocato sul soffitto del soggiorno c'era una telecamera nascosta.
Il Garante della Privacy avverte il sito CamHub: no alla diffusione di immagini rubate nelle case degli italiani
La raccolta e la successiva diffusione di video estratti abusivamente da telecamere posizionate in luoghi privati all’interno del territorio italiano, vìola la normativa privacy europea e nazionale.
Oltre 150 passeggeri filmati a loro insaputa da una webcam nascosta nella toilette della nave da crociera
Sono più di 150 le persone che sono state filmate a loro insaputa mentre usavano il bagno o si cambiavano gli abiti nella toilette della nave da crociera Harmony of the Seas. Tra le vittime vi sono anche una quarantina di minori e bambini anche molto piccoli, tra i 4 e i 5 anni.
Privacy invasa anche durante la pausa caffè con il riconoscimento facciale nei distributori automatici
Di recente gli studenti del campus dell’Università di Waterloo si sono accorti in modo del tutto casuale che quello che sembrava essere un innocuo distributore automatico di snack era in realtà dotato di un’applicazione di riconoscimento facciale in grado di profilare chiunque si avvicinasse, stimando età e genere attraverso l’utilizzo di una webcam.
Privacy, per essere al sicuro non basta un nastro adesivo sulla webcam
Ha suscitato scalpore nei giorni scorsi una foto di Mark Zuckerberg, in cui è stata scorta la webcam del suo pc coperta con del nastro adesivo. In realtà, il metodo artigianale a cui è ricorso il fondatore di Facebook per proteggere la propria privacy è tutt'altro che una novità. Recentemente, il direttore dell'Fbi, James Comey, ha infatti affermato: "Ho messo un pezzo di nastro adesivo sulla mia webcam perché ho visto qualcuno più intelligente di me che aveva un pezzo di nastro adesivo sulla sua."
Proteggere la vostra privacy è un incubo se possedete un’auto costruita di recente
Se possedete un’automobile costruita negli ultimi anni, la vostra vettura potrebbe spiarvi e raccogliere i vostri dati personali, compreso il vostro peso, sapere se rispettate il codice della strada allacciandovi le cinture di sicurezza, con quanta forza premete sui freni, e conoscendo perfino dati sensibili sulla vostra “razza” e sulla vostra attività sessuale.
Telecamera nascosta nella doccia dell'ospedale: tre tecnici ‘guardoni’ finiscono a processo per aver spiato almeno 70 infermiere
Una telecamera nascosta era stata piazzata nel bagno dell'ospedale per spiare infermiere e dottoresse mentre facevano la doccia. La vicenda è accaduta all'ospedale San Giuseppe di Empoli.
Una videocamera di sorveglianza permetteva agli hacker di spiare gli utenti
I ricercatori della casa produttrice di software Eset hanno scovato un’importante vulnerabilità all’interno di una videocamera di sorveglianza che permetteva a eventuali malintenzionati non soltanto di accedere alle trasmissioni video, ma anche di intromettersi nei computer collegati modificando il firmware del dispositivo, con tecniche abbastanza basilari per un buon cybercriminale.
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Il Presidente di Federprivacy a Settegiorni su Rai Uno
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