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Il giornalista non può pubblicare il nominativo della donna vittima di violenza sessuale
Il Codice della privacy esclude la divulgazione dei nomi delle vittime di violenza sessuale, a meno che sia necessaria ai fini della corretta informazione sulla vicenda e che tale informazione corrisponda a un essenziale interesse pubblico. La Corte di cassazione con la sentenza n. 4690/2021 ha accolto il ricorso di una moglie che, violentata dal marito in un ambito di maltrattamenti in famiglia, lamentava la pubblicazione da parte di un giornalista delle proprie generalità.
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Quando la giustizia tradisce le vittime della violenza di genere: il pericolo nascosto nei tribunali
In Italia, le denunce di violenza di genere e sessuale sono cresciute del 40% nell’ultimo decennio. Tuttavia, i fascicoli processuali (nati per assicurare trasparenza e tutela) possono trasformarsi in reali veicoli di rischio con dati come indirizzi di residenza e domicili, contatti personali e informazioni sensibili, che sono spesso accessibili a un ampio pubblico, inclusi gli stessi “carnefici”.
Violenza sessuale, Garante stop alla diffusione di troppi dettagli
I media non devono diffondere informazioni che possono rendere identificabile, anche in via indiretta, una vittima di violenza sessuale. La pubblicazione di tali informazioni è contraria alla normativa sulla protezione dei dati personali e al Codice penale, che accordano una particolare tutela alle vittime di questo tipo di reati.
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Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3
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