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Legittimo il licenziamento del bancario che spia i conti dei clienti vip
È legittimo il licenziamento del ‘bancario' che si metta a curiosare tra i conti correnti dei Vip in assenza di qualsivoglia autorizzazione. Lo ha stabilito la Sezione Lavoro della Corte di cassazione, sentenza n. 34717/2021 rigettando il ricorso un addetto al servizio clienti della filiale Unicredit di Foggia. A seguito di una segnalazione da parte della Outgoing Foreign Payments Office di UBIS (società del gruppo UniCredit), la banca, avuto contezza del comportamento scorretto e dell'assenza di alcuna autorizzazione, aveva contestato al dipendente "l'accesso abusiv o o comunque non consentito, al sistema informatico della Banca per controllare decine di schede-cliente di personaggi dello spettacolo carpendone quindi i dati sensibili". E poi lo aveva licenziato.
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Licenziato chi visiona e preleva dati personali altrui accedendo al database aziendale per finalità diverse da quelle lavorative
Con la sentenza n. 28887/2025, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato riguardante l’accesso abusivo a sistema informatico, aggiungendo però la rilevanza della violazione del codice di comportamento del pubblico dipendente, del codice di condotta interno all’azienda e dall’art. 64 ccnl di comparto con sanzione espulsiva prevista dall’art. 18, comma 8.
Oltre 170mila persone “spiate” abusivamente per vendere i loro dati personali, sei arresti a Roma
Sono oltre 170mila le persone “spiate” e i cui dati, contenuti in database, sono stati venduti. Un business che aveva un vero e proprio tariffario, con corrispettivi variabili tra 0,10 centesimi e 10 euro per “visura”. Secondo i pm di Roma a comprare le informazioni erano società di investigazioni nel settore del recupero credito e anche usurai arrestati nel maggio del 2018 nell’ambito di un’altra indagine della Procura di Roma.
Se il capo usa la password della sua collaboratrice commette reato di accesso abusivo ad un sistema informatico
Con la sentenza 40295/2024, la Cassazione si è pronunciata chiarendo l’ambito di applicazione del reato di “accesso abusivo ad un sistema informatico” all’interno di un rapporto di lavoro, nella fattispecie in cui un respnsabile si era fatto dare da un’impiegata a lui gerarchicamente subordinata le credenziali di accesso al sistema informatico aziendale.
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Se il comune è stato diligente a rispondere della violazione del sistema informativo è il fornitore del servizio
Se il sistema informativo della polizia locale viene violato il primo responsabile va ricercato nel fornitore esterno del servizio. In particolare se il comune si è avvalso di professionisti qualificati che sono stati adeguatamente inquadrati lato privacy e l'organizzazione municipale si è data regole precise in materia di protezione dei dati. Lo ha evidenziato il garante per la protezione dei dati personali con l'ordinanza n. 9767635 del 24 marzo 2022.
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Sempre punibile l’accesso abusivo a un sistema informatico
Il mutamento della giurisprudenza “in malam partem”, costituisce causa di esclusione della colpevolezza solo nel caso in cui l’imputato, al momento del fatto, poteva fare affidamento su una regola giurisprudenziale stabile che escludeva la rilevanza penale della condotta e non vi erano segnali tali da far pensare a un cambio di rotta in senso punitivo. Così la Cassazione, sentenza n. 30516/2025.
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Strumenti di lavoro utilizzati illecitamente, licenziamento valido se è rispettata la normativa privacy
Il licenziamento del lavoratore che utilizza gli strumenti di lavoro per finalità estranee alla prestazione lavorativa è legittimo se è rispettata la normativa privacy. È quanto stabilito dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Cassino che, con ordinanza del 23 novembre 2020, ha respinto il ricorso promosso da un lavoratore, accogliendo le tesi difensive del datore di lavoro.
Tim, dipendenti infedeli vendevano dati personali dei clienti ai call center, 13 arresti
Decine di migliaia di euro spartiti tra gli operatori infedeli ed i collettori-rivenditori dei dati. Ecco il volume di affari scoperto dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, con il coordinamento della Procura di Roma, nell'ambito della fase conclusiva dell'operazione Data Room. Di assoluto livello criminale la mole dei proventi, come emerge da più di una conversazione nella quale alcuni indagati discutono dei corrispettivi, mettendosi d'accordo sulla ripartizione degli incassi illeciti del mese.
Usa, multa da 10 milioni di dollari a Ticketmaster per accesso abusivo ai dati della società concorrente
Il gigante nella vendita dei biglietti online Ticketmaster e la sua parent company Live Nation pagheranno una sanzione da 10 milioni di dollari. Il motivo? L’aver assunto un ex dipendente del rivale CrowdSurge con l’obiettivo di sfruttarne le competenze (e le credenziali) per fare irruzione nella sua infrastruttura informatica e comprometterne il business.
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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai
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