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Sempre più donne nella cybersecurity, ma l’Italia resta indietro

Secondo il Women in Cyber Security Report rilasciato nel 2022 da CyberSecurity Ventures, le donne occupano il 25% dei lavori nel campo della cybersicurezza a livello globale: una percentuale in crescita se consideriamo il 20% del 2019 e la previsione secondo cui le donne rappresenteranno il 30% globale della forza lavoro nella sicurezza informatica entro il 2025, percentuale che raggiungerà il 35 per cento entro il 2031.

La domanda, quindi, è forte, considerando che, sempre a livello globale, secondo i dati rilasciati dal Global Gender Gap Report 2020 questa figura è cresciuta del 350% dal 2013, quando si parla di richiesta del mercato.

In Italia, invece, solo il 10% della popolazione femminile lavora nella sicurezza informatica, nonostante la crescente domanda per questa figura professionale: secondo Ermes Cyber Security, eccellenza nel campo della cyber security che si impegna a implementare le donne nel suo organico, c'è un mismatch tra la domanda e la formazione femminile nelle professioni STEM.

In azienda abbiamo solo 7 donne su 38 persone, nonostante la nostra incessante ricerca di figure femminili, che però rappresentato solo il 10% delle candidate ogni qualvolta apriamo una nuova posizione a cui applicare.” - racconta Emanuela Panero Chief People Officer di Ermes. “Questo è davvero il momento in cui la cybersecurity sta diventando parte della struttura organica delle aziende, sempre di più consapevoli dei rischi economici e non a cui sono esposte ogni giorno. La richiesta di figure all’interno del settore è molto alta e sono richieste molte competenze ma entrare a far parte di questo mondo non è difficile grazie ai numerosi corsi e alle specializzazioni che si sono arricchiti e aggiunti nel corso degli anni. È importante che sempre più donne si avvicinino alle posizioni tecniche e scientifiche, per aiutare ancora di più a colmare questa esigenza di un mercato che, per molti anni, le ha fatte allontanare da ruoli che spettano a entrambi i generi.”

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