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Non sovrastimiamo il ruolo della privacy nella lotta al virus

Non sovrastimiamo il ruolo della privacy nella lotta al virus

La politica è ormai lanciata nella corsa a chi la spara più grossa in tema di privacy e Coronavirus, e non passa giorno che non si registri una richiesta di rimozione o sospensione della norme in vigore. In pratica, qualche politico vuole farci credere che la soluzione al Coronavirus sia lì, a portata di mano, ma l’ostacolo sarebbe invece costituito da questo set di norme misteriose che ci viene ricordato nei momenti più disparati della giornata, dalla registrazione in un albergo ai test di intelligenza (o di stupidità, a seconda del punto di vista) su social. Evidentemente la realtà circa la lotta al Coronavirus è differente e ben più complessa, ma tuttavia nei momenti di crisi (e di audience) alla politica piace molto giocare sulla semplificazione.

Sospendere la privacy? No grazie

Sospendere la privacy? No grazie

Sospendere la privacy? No grazie. Non ce n’è alcun bisogno. La privacy sa fare un passo di lato da sola, senza necessità di pericolosi e subdoli ostracismi. Tanto pericolosi, quanto pretestuosi, visto che non c’è stato, non c’è e non ci sarà nessun intralcio della privacy alla lotta per il mantenimento dei beni primari. Questo semplicemente perché non è possibile giuridicamente nessun intralcio.

Videoconferenze, vi spiego perchè dovete stare attenti alla app “Zoom”

Videoconferenze, vi spiego perchè dovete stare attenti alla app “Zoom”

Dopo quello del Coronavirus, il contagio che maggiormente ha caratterizzato queste giornate di isolamento è stato certamente quello dell’installazione di software e “app” per eseguire videochiamate e effettuare riunioni a distanza. Tra le soluzioni che vanno per la maggiore c’è “Zoom”, la cui dinamicità non ha faticato a incontrare l’entusiasmo collettivo.Chi non ha esitato ad installare questo strumento probabilmente non ha mai preso in considerazione le possibili controindicazioni che – purtroppo – non mancano davvero.

Emergenza Coronavirus, fin dove può spingersi il tracciamento degli smartphone?

Emergenza Coronavirus, fin dove può spingersi il tracciamento degli smartphone?

La stagione dell’emergenza consente, anzi impone, giustificate e proporzionali limitazioni anche alle libertà fondamentali, come tutti gli italiani stanno sperimentando a proposito della libertà di circolazione. Ma questa è anche la stagione della paura. Quella che i contagi aumentino in modo esponenziale e quella conseguente relativa al mancato rispetto delle disposizioni adottate.

Mercato professioni, sempre meno interesse per i Dpo, ma più richieste per esperti di data governance e Privacy Officer

Mercato professioni, sempre meno interesse per i Dpo, ma più richieste per esperti di data governance e Privacy Officer

A distanza di quasi due anni dall’introduzione del Gdpr, sono ormai praticamente svanite tutte le più rosee prospettive riguardo alla figura del Data Protection Officer, come quella di vedere un “custode della privacy” nelle organizzazioni pubbliche e private che riportasse direttamente ai vertici aziendali, che avesse autonomia e indipendenza, e che avrebbe dovuto percepire un compenso o uno stipendio adeguato a un ruolo dirigenziale.

Emergenza Coronavirus, la privacy cede temporaneamente alle situazioni a rischio

Emergenza Coronavirus, la privacy cede temporaneamente alle situazioni a rischio

Controlli anti Covid-19 ai cancelli aziendali: possibile rilevare la temperatura corporea e raccogliere un'autodichiarazione su situazioni a rischio. Ma con garanzie per la privacy dei lavoratori: informativa preventiva e niente registrazione o conservazione dei dati, salvo che di quelli strettamente necessari a giustificare il divieto di ingresso in caso di cause ostative. È quanto prevede il protocollo 14 marzo 2020, siglato da sindacati e imprese in accordo con il Governo.

Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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