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La responsabilità civile in materia di Intelligenza Artificiale: implicazioni per la protezione dati

La responsabilità civile in materia di Intelligenza Artificiale: implicazioni per la protezione dati

Come noto è in corso in ambito comunitario un processo tendente a proporre nuove regole e azioni volte a trasformare l'Europa nel polo mondiale per un'intelligenza artificiale (IA) affidabile. L'unione tra il primo quadro giuridico sull'IA mai realizzato e un nuovo piano coordinato con gli Stati membri deve garantire la sicurezza e i diritti fondamentali di persone e imprese, rafforzando nel contempo l'adozione dell'IA e gli investimenti e l'innovazione nel settore in tutta l'UE.

La raffica di richieste di accesso civico di MonitoraPA ha aperto un dibattito nel mondo scolastico ma rispondere è inevitabile

La raffica di richieste di accesso civico di MonitoraPA ha aperto un dibattito nel mondo scolastico ma rispondere è inevitabile

Scuole sotto assedio sulla privacy. Dalla ripresa delle lezioni sono bersagliate da richieste di accesso civico relative all'uso dei servizi digitali (posta elettronica, messaggistica, videoconferenza, didattica a distanza, didattica digitale integrata, registro elettronico). I promotori dell'azione, che si definiscono hacker e usano la denominazione «MonitoraPA», dichiarano di avere inviato via Pec un'istanza di accesso civico generalizzato a 8254 scuole, per tutelare la privacy e proteggere le persone dagli attacchi dei colossi del web. L'iniziativa, anche per la sua massiva entità, ha aperto un dibattito nel mondo della scuola ed ha anche causato attriti tra gli addetti del settore.

Proteggere e valorizzare i dati personali con un 'privacy new deal'

Proteggere e valorizzare i dati personali con un 'privacy new deal'

È un tema delicatissimo, all’ordine del giorno delle Autorità come dei board di grandi e piccole imprese, e, soprattutto, cruciale per il futuro pandigitale e metaversale che ci attende: si può concepire una valorizzazione economica dei dati personali – per esempio tramite profilazione comportamentale o marketing personalizzato – senza il consenso dell’interessato? O, perfino, senza fondare il trattamento su nessuna delle basi giuridiche indicate nell’articolo 6 del GDPR?

Data breach da burnout per CISO e Data Protection Officer

Data breach da burnout per CISO e Data Protection Officer

Quando si verifica un data breach (purtroppo sempre più spesso) lo stress degli addetti ai lavori può toccare livelli da burnout, a partire dal Chief Information Security Officer (CISO) che è il primo su cui tutti i colleghi vanno di solito a puntare il dito. Tanto è vero che se questa figura che si occupa di sicurezza informatica è sempre più ricercata nel mercato del lavoro, d’altra parte la sua durata media di permanenza in un’azienda è di soli 18 mesi.

E se il GDPR non bastasse più? La nuova frontiera della tutela dei dati

E se il GDPR non bastasse più? La nuova frontiera della tutela dei dati

È il 2016, e dopo 13 anni di Dlgs 196/2003 (italiano), arriva il Regolamento europeo sulla Privacy, noto come GDPR. Una rivoluzione sostanziale per la tutela dei dati personali sotto molteplici aspetti:

Il nuovo Registro delle opposizioni non basta a fermare il telemarketing selvaggio

Il nuovo Registro delle opposizioni non basta a fermare il telemarketing selvaggio

Il telemarketing selvaggio non si ferma. Questo, innanzi tutto, perché condotte illecite ed elusive come “phone number spoofing” e “call me back” continuano senza sosta e sono squarci nella rete di protezione. La legge n. 5/2018, poi, divenuta operativa dalla fine di luglio 2022, è piena di disposizioni ambigue, con molte incognite privacy su aspetti importantissimi, potenzialmente strumentalizzabile da operatori aggressivi. Inoltre, manca ancora una autoregolamentazione da parte degli operatori del settore:

Privacy Day Forum 2025: il servizio di Arezzo Tv

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