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Guido Scorza

Componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali. Twitter: @guidoscorza

Quella con la quale la Federal Trade Commission USA, nei giorni scorsi, ha imposto una serie di regole rigorosissime a Retina X, società produttrice di app di successo per il monitoraggio e il tracking di smartphone e persone è una decisione che non basterà a risolvere il problema ma che ha il merito di imporlo all’attenzione mediatica e politica globale.

Mercoledì, 25 Settembre 2019 13:50

È imparziale un Giudice “amico” su Facebook?

Il Giudice deve essere imparziale, equidistante tra le parti. È un principio universale del giusto processo declinato in maniera diversa in tutti gli ordinamenti dei Paesi democratici. E, naturalmente, se il Giudice chiamato a decidere una causa è amico di una delle parti tale imparzialità va a farsi benedire o, almeno, l’apparenza è che tale imparzialità vada a farsi benedire e tanto basta per minare alla radice la credibilità del giudice e con esso del giudizio.

A poco più di due settimane dalla tragedia del turista francese morto in Cilento e dalle polemiche seguite al mancato tempestivo arrivo dei soccorsi a causa dell’impossibilità di identificare la posizione del ragazzo attraverso la sua chiamata al 112, rimbalza dal Lussemburgo una Sentenza della Corte di Giustizia con la quale i Giudici del Lussemburgo ricordano che tutti i Paesi membri dovrebbero aver implementato già da tempo un sistema che consente l’identificazione della posizione di chi chiede soccorso attraverso gli smartphone e che gli operatori telefonici sono obbligati dalla Direttiva sul servizio universale a porre a disposizione del servizio di pronto soccorso, gratuitamente, i dati relativi alla posizione di chi chiama il 112.

Lascia interdetti la notizia che rimbalza dalle colonne del “The Harward Crimson”, il quotidiano dell’Università di Harward, fondato del 1873. Uno studente palestinese che, nei prossimi giorni, avrebbe dovuto iniziare a seguire i corsi di uno dei più prestigiosi college americani è stato respinto alla frontiera americana, all’aeroporto di Boston dopo che gli agenti della dogana, navigando nei suoi profili social attraverso il suo smartphone, hanno trovato alcuni post critici contro la politica USA pubblicati da alcuni contatti del ragazzo.

Mercoledì, 17 Luglio 2019 09:01

Faceapp: bye bye privacy per un pugno di risate

Si chiama Faceapp e sta spopolando in tutto il mondo. È un’app che si scarica gratis dall’Apple store e dal Playstore, si installa sui nostri smartphone e promette di regalarci qualche risata con gli amici modificando il nostro viso con una serie di filtri più o meno intelligenti tra i quali uno, particolarmente gettonato, capace di disvelarci come invecchieremo.

Paese che vai, storia che trovi. È questo più o meno il senso delle conclusioni con le quali l’avvocato generale della Corte di giustizia Maciej Szpunar ha suggerito ai giudici europei di decidere che quando Google disindicizza un contenuto in accoglimento di una richiesta di “oblio”, il contenuto in questione deve divenire inaccessibile, via Google, dall’Europa ma non anche dal resto del mondo.

Il 2018, nell’universo digitale, è probabilmente destinato a essere ricordato come l’anno dello scandalo di Cambridge Analytica e della riforma – sin qui mancata – della disciplina europea sul diritto d’autore. Ma il 2018 è anche l’anno con il quale, più che in passato, il mondo ha preso coscienza della relazione complessa, le cui regole sono tutte da scrivere, tra uomini e intelligenza artificiale.

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