Rocco Panetta
Avvocato esperto di privacy, internet e diritto delle nuove tecnologie, Country Leader Italy e membro del Board of Directors della International Association of Privacy Professionals (IAPP), managing partner dello Studio Legale Panetta & Associati, data protection officer
Dati personali, sì alla valorizzazione no alla monetizzazione
Entro il 2023 gli utenti di internet saranno 5,3 miliardi, vale a dire il 66% della popolazione mondiale, e ogni persona avrà 3,6 device connessi. I dati del Cisco Annual Internet Report (2018 – 2023) rispecchiano una tendenza inevitabile e prevista da tempo, pertanto non sorprendono. Il risultato però cambia se a questi numeri si associano le statistiche relative alle attività quotidianamente svolte online. La fotografia fornita dalla società Domo rileva che nel 2020 ogni 60 secondi sono caricate su Facebook 147mila foto, condivisi su WhatsApp oltre 41 milioni di messaggi, postate quasi 350mila storie su Instagram, caricate 500 ore di video su YouTube.
Il Comitato Ue per la Data protection concorda con il Garante italiano sul controllo a distanza dei lavoratori
La pubblicazione, qualche giorno fa, da parte dell’European Data Protection Board(l’“Edpb” o il “Comitato”, ossia l’organo che, dopo l’entrata in vigore del Regolamento n. 679/2016 (Gdpr), ha sostituito il vecchio Gruppo dei Garanti Europei, istituito dall’art. 29 della Direttiva 95/46, abrogata dal Gdpr), dell’“Opinion on the draft list of the competent supervisory authority of Italy regarding the processing operations subjects to the requirement of a data protection impact assessment”, costituisce un importante avvenimento per due motivi.
Privacy by design e Gdpr: un’etica per l’Intelligenza artificiale
Una delle novità più rilevanti, ma al tempo stesso più sfuggenti ed ineffabili, del GDPR è l’introduzione del principio di privacy by design (PbD, o protezione dei dati sin dalla progettazione, secondo la traduzione italiana riportata in Gazzetta Ufficiale), di cui all’art. 25 del noto Regolamento Europeo n. 679/2016. Nell’ambito del complesso dibattito in materia di privacy, la PbD – la cui maternità è tecnicamente e storicamente attribuita ad Ann Cavoukian, studiosa e fino al 2014 Garante privacy dello Stato canadese dell’Ontario – ha fatto emergere posizioni contrastanti.
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