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Michele Iaselli

Coordinatore del Comitato Scientifico di Federprivacy. Avvocato, docente di logica ed informatica giuridica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Docente a contratto di informatica giuridica presso LUISS - dipartimento di giurisprudenza. Specializzato presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II in "Tecniche e Metodologie informatiche giuridiche". Presidente dell’Associazione Nazionale per la Difesa della Privacy. Funzionario del Ministero della Difesa - Twitter: @miasell

URL del sito web: http://www.micheleiaselli.it
Mercoledì, 12 Novembre 2025 07:47

Esiste ancora un diritto alla privacy?

In questi giorni assistiamo a un dibattito che va ben oltre la cronaca giudiziaria o politica. La vicenda che ha visto protagonisti il Garante per la protezione dei dati personali e la trasmissione Report solleva interrogativi più profondi sul significato stesso del diritto alla riservatezza nella società contemporanea.

La Legge 23 settembre 2025, n. 132 sull'intelligenza artificiale segna un momento di convergenza tra due universi normativi che fino ad oggi hanno viaggiato su binari paralleli: la protezione dei dati personali e la regolamentazione dell'AI. 

La rivoluzione dell'intelligenza artificiale ha raggiunto l'ultimo baluardo della nostra vita digitale: il browser web. Quello strumento che utilizziamo quotidianamente per navigare, lavorare e comunicare online si sta rapidamente trasformando in qualcosa di profondamente diverso da quello che conoscevamo.

Gli attacchi hacker al sistema sanitario nazionale rappresentano una delle minacce più pericolose per la protezione dei dati personali in Italia. I recenti provvedimenti del Garante Privacy nei confronti di diverse ASL vittime di cyber attacchi offrono importanti spunti operativi per comprendere come gestire correttamente la comunicazione di una violazione dei dati agli interessati, evidenziando gli errori da evitare e le best practice.

I dati biometrici hanno trasformato radicalmente il nostro rapporto con la tecnologia e la sicurezza. Tuttavia, questa rivoluzione tecnologica porta con sé questioni fondamentali che coinvolgono la privacy, la dignità umana e i diritti fondamentali.

Immaginate di digitare il vostro nome in un chatbot di intelligenza artificiale e scoprire che vi attribuisce crimini mai commessi, relazioni mai avute o competenze professionali che non possedete. Non si tratta di fantascienza, ma di una realtà sempre più frequente nell'era delle "allucinazioni" dell'intelligenza artificiale.

L'intelligenza artificiale sta attraversando una fase di sviluppo senza precedenti, alimentando un dibattito sempre più intenso su questioni etiche fondamentali. Tra queste, emerge con particolare rilevanza l'interrogativo se l'IA potrà mai raggiungere le stesse caratteristiche dell'intelligenza umana e se diritti fondamentali come la privacy mantengano ancora la loro centralità.

Il recente ritiro da parte della Commissione europea della proposta di direttiva sulla responsabilità civile per l’intelligenza artificiale ha segnato un passaggio emblematico nella regolazione giuridica delle nuove tecnologie.

L’uso non regolamentato di app e tool di IA da parte dei dipendenti può esporre le aziende a gravi violazioni normative e rischi legali, compromettendo la sicurezza delle informazioni nonchè la privacy e la protezione dei dati personali.

Le implicazioni etiche legate alle nuove tecnologie si configurano come uno degli ambiti più rilevanti nell’attuale contesto di innovazione digitale. L’adozione sempre più diffusa di strumenti avanzati, quali l’intelligenza artificiale, la blockchain, l’Internet delle Cose e la realtà virtuale, modifica profondamente le dinamiche sociali, economiche e relazionali.

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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