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La Corte di Giustizia UE respinge il ricorso di WhatsApp contro l’European Data Protection Board per la maxi sanzione da 225 milioni di euro

La Corte di giustizia dell'Unione europea ha respinto come inammissibile un'azione intentata da WhatsApp contro la decisione vincolante dello European Data Protection Board assunta ai sensi dell’art. 65 del Regolamento UE 2016/679 che lo scorso anno aveva portato alla sanzione da 225 milioni di euro per la nota piattaforma di microchat.

La Corte di giustizia ha respinto il ricorso di WhatsApp che voleva annullare la maxi sanzione per violazione del GDPR

Ad ottobre del 2021, la Data Protection Commission (DPC) irlandese aveva infatti inflitto una sanzione a WhatsApp per non aver "assolto ai suoi obblighi di trasparenza "richiesti norme europee in materia di protezione dei dati personali, il cui importo, inizialmente deciso dall'Irlanda, era stato però successivamente rivisto al rialzo su indicazione proprio del Comitato europeo per la protezione dei dati, che aveva pubblicato la sua decisone vincolante da cui era scaturita la maxi sanzione per WhatsApp, che da parte sua aveva deciso di impugnare tale decisione davanti a un tribunale irlandese, chiedendo anche alla Corte di giustizia europea di annullare la decisione dell'European Data Protection Board.

Tuttavia, il 7 dicembre 2022 la Corte di Giustizia europea ha reso noto di aver respinto il ricorso di Whatsapp dichiarandolo inammissibile (Caso T-709/21), precisando comunque che la validità della decisione dell'EDPB potrebbe essere impugnata dinanzi a un giudice nazionale.

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