Cybermetrica: dalla protezione dei dati come obbligo di legge al loro uso come vantaggio competitivo
All’inizio si pensava che la protezione dei dati e la privacy fossero solo una noiosa questione da giuristi e che bastasse una password. Successivamente ci siamo accorti che la materia era più complessa per quanto riguardava il lato tecnico e che i dati sono un prezioso valore economico. E la prova è che sono il bene più rubato di sempre.
(Nella foto: l'Avv. Gianni Dell'Aiuto)
Oggi è il momento di capire, definitivamente, che il dato è diventato l’elemento chiave, forse il più importante, nella gestione e nell’organizzazione di ogni impresa. un elemento strategico su cui si misura il rischio e si decidono la crescita e la sopravvivenza stessa di un’impresa.
Ma esistono ancora resistenze a riconoscere l’importanza del dato, il valore di ogni trattamento e il loro corretto uso proattivo nei processi gestionali.
È un gap culturale che separa il GDPR, percepito come un inutile e costoso intralcio alle attività quotidiane, dal business.
È l’integrazione tra analisi del dato, valutazione dei rischi, consapevolezza normativa e cultura aziendale.
Ed è qualcosa che deve comunque andare oltre il semplice concetto di dato personale, bensì comprendere che ai fini della complessiva gestione di un’impresa diventano dato anche la presenza online, il marketing, i processi produttivi, quelli di approvvigionamento, la logistica e concetti quali il post vendita e molto altro ancora.
Ecco che nasce la Cybermetrica per colmare il vuoto tra GDPR e utilizzo del dato in maniera proattiva e propositiva.
Non si tratta di un software o una tecnica, ma un approccio: un metodo di lettura trasversale, formato anche da competenze a più livelli, che permette di vedere dove possono nascere gli errori prima che si verifichino, chi li sta potrebbe generare; consapevole o meno. La palla di vetro aziendale dove leggere il futuro e prevedere che cosa potrebbe accadere domani? No. Ma ci si avvicina molto.
Pensiamo ai dati personali: ogni violazione non è solo un problema giuridico, ma un segnale di disfunzione interna. E pensiamo ai dati aziendali non personali: dalla produttività al rapporto col cliente, fino alla gestione dei fornitori. Chi legge davvero questi segnali? Chi li mette in relazione con la normativa, con i contratti, con la percezione del marchio, con le tendenze del mercato? E, in base a quest'ultimo dato, proviamo a pensare ad un'azienda che ha il suo mercato principale, se non esclusivo, sul popolo di utenti di un social. Siamo certi che quella fetta di clienti resterà fedele o subirà cambiamenti epocali come, ad esempio, crescere di età? Il rischio è quello di fare come Nokia, Blockbuster, Kodak e MySpace. Avevano i dati, ma non avevano la Cybermetrica.
Chi invece l'ha usata, senza sapere come si chiamasse, è stato, ad esempio, Jeff Bezos Non ha costruito un e-commerce, ma un motore di analisi comportamentale: acquisti, resi, recensioni, tempi di consegna, logistica, costi marginali, impatto di ogni micro-variazione.
Ha capito i dati per prevedere la prossima mossa del cliente. Netflix è diventata potente quando ha capito cosa piace alla gente prima ancora che lo sapesse l'utente. Google in questo si è dimostrato il campione assoluto per pagare chi converte; non chi appare. Nel quotidiano i risultati li possiamo vedere nel sistema Zara: non “moda veloce”, ma lettura velocissima del mercato.

Ecco, Cybermetrica è questo. È il passaggio da una compliance "difensiva" a una visione proattiva. È il modo per evitare l'errore di mandare una mail generica a mille destinatari sperando che qualcuno risponda. O peggio: per evitare che a parlare con i tuoi clienti siano le stesse logiche con cui la vedova nigeriana promette un'eredità su WhatsApp.
Il dato non basta proteggerlo. Bisogna leggerlo. Interpretarlo. Metterlo a sistema.
Ed è a questo punto che nascono le scelte corrette, i vantaggi competitivi. Quelli che derivano dal costruire una casa completamente a prova di incendio e di crollo e ti permettono di non dover investire in squadre di soccorso e nella ricostruzione. E se un'azienda crolla, voler usare la parola ricostruzione è un ossimoro.
Nel baseball fece ingresso la sabermetrica una forma di analisi statistica, avanzata e strutturata, per misurare in modo oggettivo il contributo reale dei giocatori alla vittoria della squadra. Da quel giorno uno sport secolare è cambiato radicalmente.
Nelle imprese deve entrare la Cybermetrica. Lo dicono le necessità dei mercati globali dell’economia digitale; lo dice la più banale logica aziendale; lo dice in Italia l’Art. 2086 del Codice Civile che, nella sua versione modificata, in molti non hanno neppure letto; figuriamoci comprenderlo e applicarlo.
Non vuole essere una moda né un algoritmo, ma una grammatica diversa nei piani alti delle imprese per misurare efficacia e contributo strategico reale dei singoli valori.
Benvenuti nell’era della Cybermetrica.







