Usa: Google pagherà un maxi risarcimento di oltre 1,3 miliardi di dollari per violazioni della privacy dei cittadini del Texas
Il 9 maggio 2025, il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, ha annunciato un accordo storico con Google, che pagherà un maxi risarcimento di 1,375 miliardi di dollari per chiudere due cause legali intentate nel 2022 e riguardanti gravi violazioni della privacy dei consumatori.

Secondo le accuse, il colosso tecnologico di Mountain View avrebbe violato la privacy degli utenti texani senza il loro consenso esplicito, e in particolare avrebbe:
- raccolto dati biometrici, come impronte vocali e geometria facciale, attraverso servizi come Google Photos e Google Assistant
- tracciato la posizione degli utenti anche quando la funzione di geolocalizzazione era disattivata
- pubblicizzato in modo ingannevole le funzionalità della modalità “Incognito” come strumento di navigazione privata, mentre in realtà continuava a raccogliere dati sulle attività online degli utenti
Il procuratore generale ha dichiarato: “In Texas, Big Tech non è al di sopra della legge. Per anni, Google ha monitorato segretamente i movimenti delle persone, le ricerche private e persino le loro impronte vocali e la geometria del viso attraverso i loro prodotti e servizi. Ho combattuto e vinto. Questo accordo è una grande vittoria per la privacy dei texani e dice alle aziende che pagheranno per aver abusato della nostra fiducia. Proteggerò sempre i texani fermando i tentativi di Big Tech di realizzare un profitto svenute i nostri diritti e le nostre libertà."
(Nella foto: il procuratore generale del Texas, Ken Paxton)
Google non ha ammesso alcuna colpa, ma ha affermato che l'accordo risolve una serie di rivendicazioni obsolete relative a politiche sui prodotti che sono state da tempo modificate. Un portavoce dell'azienda ha dichiarato: "Siamo soddisfatti di poterci lasciare alle spalle queste questioni e continueremo a integrare solidi controlli sulla privacy nei nostri servizi".
Il procuratore generale Paxton aveva già condotto altre battaglie legali per garantire che le società Big Tech non violino la legge o non utilizzino illegalmente i dati personali dei cittadini del Texas, dimostrando più tenacia sulla privacy e la sicurezza dei dati di qualsiasi altro stato federale degli USA.
Lo scorso luglio, Paxton aveva infatti ottenuto da Meta (ex Facebook) un accordo per un risarcimento da 1,4 miliardi di dollari per la raccolta illegale e l’utilizzo di dati di riconoscimento facciale, il più grande accordo mai ottenuto da un’azione intentata da un singolo Stato federale americano, e in precedenza aveva ottenuto prima 700 milioni di dollari e e poi 8 milioni di dollari sempre da Google per pratiche commerciali anticoncorrenziali e ingannevoli, per un ammontare complessivo di circa 3,5 miliardi di dollari.
Sebbene l'accordo non richieda modifiche immediate ai prodotti di Google, segna un punto di svolta nella regolamentazione delle pratiche di raccolta dati da parte delle grandi aziende tecnologiche, e il procuratore Paxton ha sottolineato che il Texas non allenterà la presa, continuando vigilare per proteggere la privacy dei suoi cittadini.
La determinazione del procuratore del Texas insegna sicuramente che, nonostante lo strapotere di Big Tech, le autorità possono comunque riuscire a tutelare la privacy dei cittadini.







