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Il regolamento europeo sulla privacy è pienamente applicabile da ormai più di tre mesi. Eppure, sembra proprio che le aziende non abbiano ancora trovato la via maestra per mettersi in regola. Negli ultimi tre mesi la quota di aziende che non sono riuscite a rispondere alle richieste da parte degli utenti di ottenere una copia dei propri dati personali entro un mese, così come stabilito dai regolamenti della General data protection regulation (Gdpr), ha toccato quota 70%. E non è proprio un segnale di buon auspicio in termini di compliance.

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Con Regolamento UE 2016/679, Stati membri liberi di mantenere o introdurre norme nazionali per specificare ulteriormente l'applicazione del GDPR. Bernardi: "Per evitare sanzioni e risarcimenti, consulenti e data protection officer dovranno studiare bene i casi da affrontare, tenendosi costantemente aggiornati sia sulla giurisprudenza comunitaria che su quella nazionale. Disciplina non sempre omogenea nell'area UE". Guida alla Privacy per associati e iscritti al sito di Federprivacy con consultazione gratuita della banca dati online di Wolters Kluwer, accessibile dall'area riservata.

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Il conto alla rovescia prima che la nuova normativa sulla data protection divenga applicabile è iniziato da 4 mesi, ma il 64% delle aziende non si sono ancora attivate per adeguarsi, e il 68% ammette la difficoltà ad individuare dove siano effettivamente ubicati i dati dei clienti. Al 6° Privacy Day Forum, Licia Califano spiegherà l'importanza di non procrastinare, e Claudio Filippi farà il punto sulle sanzioni, che con le nuove regole potranno arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato dei trasgressori.

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Iniziato il conto alla rovescia di due anni entro cui le aziende pubbliche e private dovranno adeguarsi per non esporsi a multe fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo. Ne parlano gli esperti oggi in un convegno a Milano, dove è stato presentato anche una nuova guida alle novità della normativa comunitaria. Bolognini: "Cammino verso un nuovo orizzonte di privacy 3D". Bernardi: "Aziende non potranno più trattare la privacy come una mera questione burocratica".

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Pubblicata la nuova edizione del libro "Privacy e regolamento europeo, guida alle novità" edito da Ipsoa, che fornisce un quadro generale sulla normativa comunitaria che sarà direttamente applicabile dal 25 maggio 2018. Testo di 300 pagine, già disponibile anche in formato digitale. Multe fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato dei trasgressori. Bernardi: "Opportunità unica di sfruttare il mercato digitale, con la possibilità di trattare i dati sotto un unico ombrello normativo".

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Il governo, dopo innumerevoli esitazioni, ha finalmente trasmesso alle Camere il decreto di adeguamento nazionale al regolamento europeo sulla privacy. Un decreto che, in verità, migliora di molto la “brutta” versione che era circolata all’indomani dell’approvazione preliminare da parte del governo, il 21 marzo scorso.

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Giovedì, 25 Gennaio 2018 10:19

Privacy: Ue, rischio ritardo Italia su nuove regole

L'Italia rischia di essere in ritardo per l'applicazione delle nuove regole Ue sulla privacy che partono il 25 maggio. E, anche se ci sono le elezioni in vista, l'amministrazione deve lavorare per essere pronta in tempo. E' l'allarme lanciato dalla commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova a 100 giorni dall'avvio del 'General Data Protection Regulation'.

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Punita l'acquisizione fraudolenta e la diffusione di ingenti dati personali; a 16 anni il consenso dei minori per la rete; la sanità perde l'obbligo del consenso e oblazione in vista per le violazioni amministrative del vecchio codice della privacy. Codice che, seppure, amputato in larga parte, rimane in piedi. Viene, tra l'altro, abrogato integralmente l'allegato B sulle misure minime di sicurezza (la violazione delle quali non costituisce più reato). Sono alcuni dei punti dello schema decreto legislativo di armonizzazione dell'ordinamento italiano al regolamento Ue sulla protezione dei dati (n. 2016/679), operativo dal 25 maggio 2018. Lo schema di decreto, che entrerà in vigore la stessa data, già approvato in via preliminare il 21 marzo 2018, ha subito più di una stesura, ma l'ultima bozza di cui si sintetizza qui il contenuto, con ogni probabilità verrà bollinata oggi dalla Ragioneria generale dello stato e successivamente trasmessa in parlamento per l'acquisizione dei pareri delle competenti commissioni parlamentari.

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Viene alla luce il  D.lgs 10 agosto 2018, n. 101 che, intervenendo sul Codice Privacy D.lgs 193/03, lo rende compatibile con le norme del GDPR. Sarebbe stato auspicabile un azzeramento del vecchio Codice, come in un primo tempo prospettato, che avrebbe certamente semplificato l’opera di lettura normativa.  Ma così non è stato.

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L’intento chiaro del legislatore europeo è di evitare lacune di tutela che riguardano lo spazio europeo (si tratta sostanzialmente di una affermazione di sovranità).  La norma sconta, quindi, la dimensione ubiquitaria dei trattamenti in rete.

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