Qualche mese fa il Garante Privacy italiano ha pubblicato un’indagine conoscitiva sui Big Data, dove è emerso in sintesi, che circa 6 utenti su 10 non solo sono consapevoli di generare, con le loro attività online, dati utilizzabili per attività di profilazione, ma anche che essi appaiono informati dell’elevato grado di pervasività dei sistemi di raccolta (es. geo-localizzazione, accesso a funzionalità come la rubrica, il microfono e la videocamera) e della possibilità di sfruttamento dei dati da parte delle imprese.