Visualizza articoli per tag: Corte UE
Corte di Giustizia UE: le persone hanno il diritto di sapere a chi vengono comunicati i loro dati
Ogni persona ha il diritto di sapere a chi vengono comunicati i propri dati personali. Lo ha affermato il 12 gennaio 2023 la Corte di giustizia dell'Ue con la sentenza nella Causa C-154/21, aggiungendo che il titolare del trattamento può tuttavia limitarsi a indicare le categorie di destinatari qualora sia impossibile identificare questi ultimi, o nel caso la richiesta sia manifestamente infondata o eccessiva.
Corte di Giustizia Ue: Meta non può conservare i dati personali senza limiti temporali e l’esplicito consenso degli utenti
I dati personali degli utenti non possono essere utilizzati dalle piattaforme digitali per la pubblicità senza un limite di tempo e senza prestare attenzione alla natura dei dati stessi. Lo ha sancito la Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue), il più alto grado di giudizio comunitario, emettendo una sentenza su un caso intentato dall’attivista austriaco Maximilian Schrems.
Corte di Giustizia UE: niente privacy se il video in rete serve a informare il pubblico
La registrazione di un video all’interno di una stazione di polizia e la successiva diffusione del filmato su Youtube rientrano nella disciplina Ue in materia di trattamento dei dati personali. Spetta, però, al giudice nazionale verificare se la registrazione e la diffusione abbia come unico scopo quello di divulgare al pubblico informazioni, opinioni o idee perché, in presenza di un’attività giornalistica, la normativa Ue sui dati personali non va applicata. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Unione europea nella Sentenza C-345/17, nella quale sono intervenuti ben sette Stati membri, inclusa l’Italia.
Corte di Giustizia UE: no a pubblicità indiscriminata su tutti i dati personali di chi partecipa a una gara di appalto
Se è vero che la tutela della riservatezza nel settore dell'aggiudicazione degli appalti pubblici vada bilanciata con i principi di trasparenza e di tutela giurisdizionale effettiva è pur vero che è illegittima una legislazione nazionale che imponga la pubblicità di ogni informazione comunicata dagli operatori economici offerenti, con la sola eccezione dei segreti commerciali, se non prevede che l'amministrazione aggiudicatrice possa negare determinate informazioni che devono rimanere inaccessibili a tutela della privacy degli operatori.
Corte di Giustizia Ue: quando cessa l'incarico il tutore deve rendere tutti i dati personali
Il tutore cessato dall'incarico è, ai fini privacy, un titolare del trattamento. In quanto tale deve rendere al tutelato tutte le carte che contengono dati. È questo l'effetto della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea (Cgue) dell'11 luglio 2024, resa nella causa C 461/22.
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Corte di Giustizia UE: sanzione privacy calcolata sul fatturato di gruppo solo se la violazione è di gruppo
Troppo salate le sanzioni privacy calcolate sul fatturato aziendale delle imprese. Per le imprese, che fanno parte di un gruppo, si deve tenere conto del fatturato globale di gruppo, solo quando la violazione della privacy è frutto di una strategia di gruppo. Sono queste le conclusioni dell’avvocato generale della corte di giustizia dell’Ue (Cgue), presentate il 12/9/2024 nella causa C-383/23.
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Corte di Giustizia UE: tenuti al risarcimento sia l’impresa o la pa detentrice dei dati esfiltrati, sia chi usa i dati spacciandosi per l’interessato
Furto di dati personali risarcito sempre: sia quando i dati sono usati per usurpare l’identità, sia quando sono stati sottratti, ma non (ancora) usati. Tenuti al risarcimento sono, dunque, sia l’impresa o la p.a., detentrice dei dati esfiltrati, sia chi usa i dati spacciandosi per l’interessato. La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea resa nelle cause riunite C-182/22 e C-189/22.
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Corte di Giustizia UE: via libera alle azioni in rappresentanza degli interessati per violazioni della privacy
Via libera alle azioni in rappresentanza degli interessati per violazioni della privacy. Si possono fare anche se l'impresa o la pubblica amministrazione (cioè i cosiddetti titolari del trattamento) non forniscono le informative sul trattamento dei dati. Così ha deciso la Corte di Giustizia dell'Unione Europea, con la sentenza dell'11 luglio 2024, resa nella causa C 757/22, che ha coinvolto Meta.
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Corte Europea dei diritti dell'uomo, l’Ordine può controllare lo studio dell’avvocato soggetto a procedimento disciplinare
Gli avvocati hanno diritto a una protezione rafforzata nello svolgimento dell’attività, ma è conforme alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo la decisione dell’Ordine di controllare la documentazione nello studio del legale. Lo ha stabilito la Corte di Strasburgo (ricorso n. 25038/13), a cui si era rivolto un avvocato francese - al centro di un procedimento disciplinare per motivi legati al pagamento delle tasse e a negligenza verso un cliente - dopo che i tribunali nazionali avevano respinto ogni azione. Anche Strasburgo ha rigettato l’istanza, pur riconoscendo che si era verificata un’ingerenza nel diritto al rispetto della vita privata nel momento in cui il presidente dell’Ordine degli avvocati aveva svolto alcuni accertamenti nello studio del professionista in assenza di quest’ultimo.
Corte UE: anche chi gestisce fanpage su Facebook risponde del trattamento di dati
L'amministratore di una fanpage su Facebook è responsabile assieme a Facebook del trattamento dei dati dei visitatori della sua pagina. Questo l’esito della sentenza emessa dalla Corte Ue nella causa C-210/16. L'autorità per la protezione dei dati dello Stato membro in cui tale amministratore ha la propria sede può agire, in forza della direttiva 95/46 , sia nei confronti di quest'ultimo sia nei confronti della filiale di Facebook stabilita in tale medesimo Stato.