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Solo l'8% dei consumatori si fida delle imprese per tenere al sicuro i propri dati personali

Sempre più dubbi da parte dei consumatori e maggiori pressioni sulle imprese: sono queste le conseguenze delle recenti violazioni di sicurezza e dei cambiamenti nella normativa, eventi che hanno fatto del 2018 l’anno decisivo per la Data Economy. NTT Data, leader riconosciuta nei servizi tecnologici a livello globale, ha pubblicato oggi la ricerca originale condotta da Oxford Economics, intitolata “Il futuro dei dati: adeguarsi ad un’economia opt-in”, che prende in esame le opinioni di consumatori e imprese in tema di sicurezza.

Lo studio mette in evidenza le sfide affrontate dalle imprese nell’adattarsi al cambiamento delle normative e all’incertezza del consumatore, compresa una crescente mancanza di fiducia da parte di quest’ultimo. Solo l’8% dei consumatori vuole affidarsi alle imprese per tenere al sicuro le proprie informazioni personali. La ricerca mostra anche che circa l’80% delle imprese dispone di protezioni superiori per i dati operativi e finanziari, ma decisamente deboli sulle informazioni personali e finanziarie dei consumatori.

Nicola Russo, Responsabile Big Data NTT Data Italia, ha dichiarato: “Il 2018 è stato un anno di svolta: dopo il caso Facebook e Cambridge Analytica e successivamente l’entrata in vigore del GDPR, l’individuo ha ora un maggiore potere sul controllo e la gestione dei propri dati. Le aziende che riusciranno a ridefinire le proprie strategie partendo dal punto di vista del consumatore saranno quelle in grado di guadagnare la fiducia dei clienti e di garantire migliori soluzioni ed esperienze. I dati rimangono centrali nel percorso di trasformazione strategica verso la Data Driven Company, per nulla in contrasto con il rispetto della privacy dei cittadini”.

Mentre imprese e consumatori si cimentano con la proprietà dei dati utente sulla scia delle frequenti violazioni di sicurezza, delle restrizioni normative e delle domande su come i dati siano utilizzati, il 60% dei consumatori riferisce un sentimento di disagio riguardo al fatto che le imprese condividano i loro dati personali con altre società.

Il 79% dei consumatori dichiara che smetterebbe di fare affari con una società che utilizza male i suoi dati e soltanto il 41% dei consumatori ritiene che i cambiamenti che derivano dai Big Data e dagli Analytics siano positivi per la società, in confronto con quasi il 90% dei dirigenti d’azienda.

I dirigenti aziendali intervistati hanno una visione della Data Economy marcatamente migliore e positiva per quanto riguarda il business. Gli investimenti nelle tecnologie emergenti come l’AI sono il segnale che i dati sono il prossimo trend di crescita.

Mentre i consumatori stanno ancora imparando il modo migliore per gestire il loro dati, quasi il 70% delle imprese ha sviluppato una strategia complessiva per l’uso e la gestione delle informazioni. Tuttavia, molte meno hanno adottato misure appropriate per un’attuazione di successo, comprese la definizione di norme chiare per l’uso dei dati (51%), la riqualificazione degli impiegati per l’analisi dei dati (46%), oppure la condivisione dei dati all’interno dell’azienda (25%).

Fonte: Askanews

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